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INTERVISTA AI PIVIRAMA

3/13/2013

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Come nascono i Pivirama? Risponde Raffaella Daino, voce, chitarra, songwriting del progetto.

A Palermo, nel 2000, dall’idea di un mio amico, PIerpaolo che aveva lasciato la chitarra per mettersi alla batteria era rimasto colpito dalle bozze di canzoni che avevo appena buttato giu’. E così con l’aggiunta di VItaliano alla 2^ chitarra e di MArcello al basso sono nati i Pivirama. Registrammo di getto un primo demo che ebbe inspiegabilmente un certo ritorno… Ricordo che era molto grezzo, era stato registrato davvero male, in fretta e senza la cura e la ricerca che avrebbe poi caratterizzato i successivi dischi eppure ottenne una fantastica recensione su Rockit e ci permise di partecipare a tanti festival della nostra regione, anche su palchi importanti come il World Festival davanti a migliaia di persone sulla spiaggia di Mondello.

Non avevamo ancora un repertorio completo, suonavamo tutti da poco, io non avevo nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo dalla chitarra, e ci ritrovammo a fare tanta palestra direttamente sui grossi palchi! Presto arrivarono però i primi cambiamenti, con la partenza del chitarrista per Bologna,  del batterista per la Spagna e la scelta del bassista di lasciare la musica per il teatro. E cosi Pivirama pur mantenendo il nome è diventato una creatura mutante e in continua evoluzione, il mio progetto solista che – come in una famiglia allargata – accoglie diversi musicisti, ognuno con le proprio idee, i propri arrangiamenti e il proprio stile. Nel frattempo sono partita anche io, mi sono trasferita a Roma, dove ho trovato altri musicisti, cambiando dunque ancora… Un esperimento divertente, che mi porta a suonare le mie canzoni ogni volta con una veste sonora diversa, ora in acustico, ora in elettrico, ora con suoni soft, ora con rumori e chitarre distorte, sempre comunque con un denominatore comune che è la psichedelica post rock! la nostra grande passione….. Psycho post rock e paillettes è la definizione che mi sono inventata… per intendere questo ponte virtuale tra la musica psichedelica degli anni ’70 e il post rock del nuovo secolo. Le contaminazioni e la sperimentazione, l’incrocio tra i suoni dei violini o del piano su una base ritmica decisamente rock…..

Quali sono le vostre influenze musicali??

Dai Pink Floyd ai Sonic Youth, passando per Pj Harvey, la mia musa da sempre, Blonde Redhead, Massive Attack, Bjork, Radiohead, Patti Smith, e tra gli italiani Afterhours e Marlene Kuntz. E i defunti Scisma di Benvegnù.

Il vostro è un Rock affascinante, seducente e primitivo. Cosa cercate di trasmettere con la vostra musica??

Cerchiamo essenzialmente di divertire noi stessi, di appagarci con questo sound intriso di sperimentazione, in cui i violini si incontrano con le chitarre distorte su piani folli e una robusta base rock, con ampio spazio alle dissonanze e arrangiamenti sempre mutevoli. Le songs che io scrivo, a casa, voce e chitarra, si vestono con abiti sonori sempre diversi, ora in elettrico, distorti, ora con una prevalenza di elettronica, ora in acustico, con atmosfere piu’soft ma sempre vagamente psichedeliche. E questa e’ una costante che caratterizza da sempre  i nostri lavori, dal primo album “Cosa Sembra” fino  al terzo, in cantiere, passando per In My Mind, il disco realizzato a Palermo e  prodotto da quel genio della musica electro che è Mario Bjm Bajardi. Un disco che la stampa ha apprezzato per la sua follia sperimentale e la totale assenza di regole. Dal punto di vista poi dei testi, che scrivo in italiano e in inglese, la maggior parte sono viaggi con la fantasia o racconti distorti di sogni, ricordi di eventi vissuti nel passato, storie d’amore “malate” e poi qualche testo più serio come War, il gioco degli adulti che diventa morte per i bambini, o All Grey, il grigio delle pareti, unico colore che l’ergastolano vede, chiuso nella sua cella.

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Quanto è importante sperimentare nuovi sound per voi?

Essenziale! E oltre a sperimentare ci piace improvvisare. Oltre alla band che ho a Roma, con Pietro Mammone al basso, la new entry Fabrizio Vivarelli al piano e synth, Davide Roberto alle percussioni, che si alterna con Joe Nak alla batteria, ho anche altri musicisti che mi accompagnano quando torno a suonare in Sicilia, come Vincenzo Bongiovi’ e Rosario cantone, e poi a ogni festival in cui mi presento da sola raccatto sempre musicisti appena conosciuti invitandoli a unirsi a me sul palco, anche senza aver provato. Quasi sempre, improvvisando e osando, senza la paura di sbagliare, in questi contesti, si crea un’alchimia che rende ogni concerto diverso dagli altri. 

Mi piace moltissimo sentire quale soluzione sonora ogni volta un musicista diverso adottera’ per i miei brani. E’ una sfida, elettrizzante!

Prossimi appuntamenti? Concerti?

Marzo 2013 e’ un mese ricchissimo! Abbiamo appena suonato all’Atlantico Live per il festival Musiche Roma, venerdi 15 suoniamo per i detenuti nel carcere di Rebibbia e lunedi 18, alle 23, faremo un concerto addirittura negli studi Rai, Radio 1, nello show Demo in concert.  Poi a maggio presenteremo con una serie di concerti il terzo album e gireremo il video di Sick, il singolo.

Un aggettivo che descrive la vostra band.

Direi psicotica. Anzi, come scrisse Xl di Repubblica recensendo In My Mind: ipnotico-psicotico-psichedelico, da 4,45 del mattino…

Quale consiglio dareste alle giovani band emergenti che si stanno affacciando sul panorama musicale?

Di investire su se stessi, di autoprodursi, registrare i propri dischi, o demo, far girare la propria musica, insomma di suonare il piu’ possibile e ovunque,  setacciare il web e non lasciarsi sfuggire nessuna occasione, proponendosi alle radio  cosi come ai locali, di non mollare mai, di non  aspettare che qualcuno venga ad aiutarti, proponendoti un contratto o un tour. Io ho fatto cosi e in un decennio ho ottenuto risultati che mai avrei potuto immaginare. Dalle apparizioni in radio rai e tv al tour di una settimana in Inghilterra, a un centinaio di concerti in giro per l’Italia, anche in apertura ad artisti come Afterhours, Africa Unite, Patti Pravo, Cristina dona’, Giorgio Canali. E senza un’etichetta o un manager alle spalle. E’ vero che In my mind è uscito con una piccola label di Firenze, la Udu Records, che mi ha dato una mano con la promozione del disco, ma l’attività live, le ospitate, sono solo il frutto di una intensissima ricerca quotidiana di contatti sul web!

E a proposito di web, vi lascio un po’ di link..

Qui trovate i video del tour on the road in Inghilterra :

http://www.youtube.com/playlist?list=PLBAC7CA451DBFD05B

e qui i brani e i video di in My mind, 2’ album:

http://www.youtube.com/playlist?list=PLA8E9C61AA60BE612

Vi ringraziamo per l'intervista e vi facciamo i complimenti da parte di Roba da Rocker :)

Grazie a voi!!!!!!!!!


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