ROBA DA ROCKER
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INTERVISTA AL GARAGE ERMETICO

6/5/2013

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Il Garage Ermetico nasce nel 2005, è allora che incomincia a masterizzare cd-r e ad assemblare copertine artigianali.  Dopo una trilogia di album casalinghi farciti di elettronica claudicante si dedica alla forma canzone in "Pinpilinpauxa".

Dalla fine del 2009, al duo originario si aggiungono in pianta stabile batteria e chitarra elettrica. Il risultato è “Pugni nell’aria” (Fumaio Records - 2010), un EP ben accolto dalla critica, che si dice sia caratterizzato dalla "forte impronta live, in cui le strutture folk cantautorali si alternano a dinamiche di scuola post-punk".


Nel 2013 esce “Dopodomani”, un album co-prodotto da Fumaio e Corpoc (stampato in LP e CD). Negli 11 brani contenuti vengono esplorate a fondo le influenze del gruppo, connesse all’universo indie rock americano ’90s e ’00s (Pavement, Medications, Akron Family), ma vicine anche all’attitudine post-punk tout-court, specie nel gusto per le storture chitarristiche (Television, Fugazi, Sleater-Kinney). 

Come nasce il Garage Ermetico? La scelta del nome è connessa al fumetto?
(maurizio): io (che suono il basso) e Daniele (voce e chitarra) abbiamo iniziato a suonare insieme credo nel 2005, in quel periodo stavamo scoprendo l'Idm, dei softwre abbastanza semplici per produrre musica digitalmente, i fumetti e le graphic novel, ci venne piuttosto naturale autoprodurci  3/4 raccolte di canzoni, fatte di chitarrine, rumori ed elettronica che venivano composte più o meno a quattro mani scambiandoci file usciti dalle nostre camerette. Il fumetto di Moebius ci aveva senza dubbio colpito per la sua visionarietà e IL Garage Ermetico sembrava un nome perfetto per quello che facevamo che era piuttosto eclettico direi visto che provavamo a mescolare folk, elettronica, post rock e tradizione cortese. Ma dopo 3/4 anni ci eravamo un po' stancati di quella roba lì. 

Così nel 2009 -mi pare- a noi si sono uniti Riccardo (alle chitarre elettriche) e Stefano (alla batteria) che sono dei nostri amici e siamo ripartiti da capo. Il nome è rimasto lo stesso (ormai eravamo così famosi - forse solo meno famosi dei clash - che cambiare nome sembrava inopportuno, ci avrebbe fatto perdere un sacco di soldi e la casa discografica poi come l'avrebbe presa proprio ora che eravamo sulla bocca di tutti?) per noi era comunque un proseguire, anche se in 4 il suono, il modo di comporre e l'urgenza delle canzoni è cambiato molto.

Quali sono le vostre influenze musicali? Che ruolo ha la sperimentazione musicale?

(riccardo) Siamo ascoltatori eclettici e appassionati da sempre, è tipico che nel momento in cui si crei musica gli ascolti emergano e vengano rispecchiati solamente in parte dalle proprie canzoni. Nel nostro caso, e specificamente riguardo l'ultimissimo LP "Dopodomani", come influenze-chiave potremmo citare: Television, Pavement, Fugazi, Sleater-Kinney, Akron Family... sicuramente certo indie americano '90s-'00s e certo post-punk hanno formato il nostro gusto in materia di sonorità elettriche.

Riguardo lo sperimentare, non abbiamo regole e strutture formalizzate che andiamo ad applicare alla scrittura-pezzo, dunque la pressoché totalità di quel che si gistra su disco è frutto di lunghe jam in sala, spesse volte focalizzate su un piccolo passaggio o un singolo tassello; a volte si è rimasti settimane e settimane su un singolo blocco, fossero 4 battute o 40 secondi di pezzo... ci sono incastri strumentali che finché non ritenuti interessanti o curiosi non vengono mai chiusi. Una peculiarità che credo sia stata ereditata da alcuni dei gruppi succitati (e dal post-punk nei suoi episodi più interessanti tra '70s e '80s) è la possibilità di concepire come nucleo di un pezzo qualunque cosa, che sia una singola nota di basso insistita o una linea zoppicante, anche solo un frammento di groove, piuttosto che una figura ritmica abbozzata sui fusti della batteria, o un arpeggio tropicale che sa di bossa nova... e da lì ad incastro creare una trama meticcia, lasciandosi guidare dal fascino dei suoni più che da uno stile di riferimento.


Avete da poco pubblicato l'ultimo album dal titolo "dopodomani". Siete soddisfatti di questo lavoro? Quali sono i temi trattati nel disco?

(daniele) Direi che i temi sono eterogenei. La lavorazione dell'album è stata lunga e intensa, due anni circa dall'ultimo EP. In mezzo sono successe tante cose. Sia nelle nostre vite che nel mondo che ci circonda. Di certo, nelle canzoni, sono presenti i temi del lutto e dell'abbandono. Si parla del qualunquismo divenuto valore ormai trasversale ed egemone della nostra società. C'è il vittimismo da bar e quella conseguente rabbia livida e auto-indulgente che caratterizza il senso comune di  quasi ogni riflessione critica partorita dalla verde pianura padana nella quale viviamo. E poi ci sono anche, semplicemente, delle piccole storie.

Mi sono accorto, però,  quando ormai i testi dell'album erano pressoché terminati che forse, a un livello più profondo, il tema dominante era quello di una sorta di consapevolezza dell'impotenza del gesto e della parola. Consapevolezza, però, sempre accompagnata dalla costante ricerca di un pertugio o di uno scatto, dalla speranza di un futuro prossimo eppure alternativo, che aiutasse a superare il muto stato delle cose.  Per questo ci è piaciuto dare all'album il titolo "dopodomani",  ci sembrava racchiudesse l'idea di una riserva di futuro ulteriore, diverso, eppure a portata di mano.

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Prossimi concerti in programma?
sabato 15 giugno @ Bergamo (Lazzaretto - Happening delle cooperative)
mercoledì 10 luglio @ Inzago (Festa della magnolia)
giovedì 25 luglio @ Osio Sopra - BG (Libera la festa)

Secondo voi quale può essere un'idea, un rimedio che può frenare l'attuale crisi dell'underground musicale italiano?
(riccardo) Dipende in che termini si parli di crisi...
L'underground italiano è ricco di band ed etichette interessanti che hanno spazi in cui suonare e produrre musica, certo questi spazi non sono miliardi e purtroppo c'è sempre qualche realtà che non ne trova. In più è difficile sensibilizzare il pubblico sia della città che della provincia alla fruizione di musica alternativa inedita; per quanto ci riguarda a Bergamo viene portata avanti da più di due anni una sorta di rassegna itinerante a nome Bergamo Sottosuolo: si tratta di un collettivo di persone dedite a organizzare e a promuovere (quest'ultimo è un passaggio importante che spesso manca ai locali) concerti in modo indipendente e senza scopo di lucro. Non è né un locale dunque, né un'agenzia di booking o di promozione, ma una specie di raccordo tra tutti questi passaggi.
Uno sviluppo lo si potrebbe avere intensificando la rete tra realtà simili in giro per l'Italia, ad esempio a Vicenza è nato di recente il collettivo Vicenza Sottosuolo, con attività analoghe, e in altre regioni vi sono realtà simili, ma spesso con poco scambio di energie e collaborazioni. L'idea di creare dei contenitori musicali autoprodotti, coscienti e con un target di riferimento che si scambino band, promozioni e che si conoscano sarebbe qualcosa di molto concreto e realizzabile.

(daniele) ultimamente pensavo al concetto di "crisi". Lungi da me fare il negazionista e confutare uno stato di difficoltà generalizzata sotto gli occhi di tutti. Però nel corso di questi anni mi sono trovato a guardare documentari o film,  leggere interviste o articoli prodotti e pubblicati negli ultimi 30-40 anni, e, sempre presente, a introdurre le domande o considerazioni sugli argomenti più disparati risuonava il leit-motiv:
"... In questo periodo di crisi ..." 
Ciò che voglio dire è che incomincio a pensare che ogni generazione si viva come appartenente a un periodo di crisi (proabilmente in buonafede e in maniera spesso legittima).  Ma"l'attuale crisi dell'underground" per esempio, nelle nostre vite, è coincisa con la possibilità di autoprodursi un LP, collaborando con varie realtà del territorio,  e arrivare in un futuro più o meno prossimo "magari" a venderlo pure. 
Sì certo, non ci campiamo e tutti dobbiamo fare altri lavori per vivere, ma forse vent'anni fa non avremmo avuto né i mezzi né le strutture - in Italia, a Bergamo per lo meno - per portare a termine un'operazione del genere. Insomma non riesco a rispondere precisamente alla tua domanda, perché il concetto di crisi e molto vasto, relativo e proteiforme. In definitiva, e qui mi riallaccio alla risposta di Riccardo,  penso che a qualsiasi crisi, comunque essa venga intesa e qualunque sia la sua oggettiva consistenza, si possa rispondere con la coerenza della passione per il proprio lavoro abbinata ad una sana e consapevole etica dell'auto-produzione che tenda a creare una comunità e una comunione di intenti, e se sei fortunato, in rari casi, potrebbe anche venirne fuori un modo per pagarsi l'affitto.  

Un aggettivo che vi descrive? 
(maurizio) TRANCHILO

Alessio Bardelli
Roba da Rocker


Il Garage Ermetico:
Daniele Suardi - voce/chitarre
Maurizio Bonfanti - basso 
Riccardo Zamboni - chitarre elettriche 
Stefano Zenoni - batteria

Contatti Band:
ilgarageermetico.bandcamp.com
www.facebook.com/pages/Il-Garage-Ermetico
buondimiseria.tumblr.com/

Contatto stampa: fumaiorecords@gmail.com
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