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Intervista ai Samaris

10/14/2013

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I Samaris sono una band Band che arriva direttamente dalla remota e gelida Islanda. Una delle loro tappe è  Milano, al Circolo Magnolia, e noi di Roba da Rocker non perdiamo l'occasione per intervistarli.

Apprezzare al primo ascolto la musica di questi artisti non è semplice, soprattutto se l'ascoltatore ha gusti più "rock", li abbiamo trovati musicalmente simili ai Sigur Ròs ma dotati sfumature talmente differenti da rendere difficile l'accostamento.

La prima cosa che salta all'orecchio è uno strumento inusuale all'interno per una band post-rock, il clarinetto. Áslaug Rún Magnúsdóttir, nome a dir poco impronunciabile nella nostra lingua, si avvale dell'uso di questo strumento per dare forma nuova ai loro brani.

Þórður con le sue basi elettroniche, la voce sognante è di Jófríður e il clarinetto di Áslaug riescono a chiudere gli occhi dell'ascoltatore per immergerlo nella cultura nordica che traspare da ogni singola nota.

Il loro primo album omonimo è un ascolto molto complesso e consiglio almeno un terzo o quarto ascolto per poter apprezzare appieno la loro musica. Personalmente ho apprezzato molto questa loro prima fatica, dimostrano grande preparazione tecnica e un'ottima originalità nel comporre le canzoni.

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Chi sono i Samaris e come nascono?
L'idea ci è venuta quando eravamo insieme a scuola di musica e volevamo creare qualcosa di nuovo usando un genere elettronico che si poteva ottenere solo usando il computer. Cosi ci siamo messi insieme e abbiamo cercato una combinazione di suoni ricercati. Quando abbiamo provato a scrivere una traccia ci e' piaciuto il risultato e abbiamo dato il via al nostro progetto.


Cosa significa Samaris?
È il nome di un personaggio di un fumetto, "Queen Samaris".

Nella band chi di voi si occupa di scrivere i testi e creare la musica e la melodia dei pezzi?
Lo facciamo insieme. Prima della melodia Þórður Kári Steinþórsson crea l'atmosfera, ovvero la base da cui partire poi insieme combiniamo la melodia con le parole.

Le parole vengono dopo la melodia o insieme?
Le parole e la melodia prendono vita insieme. E' importante che ogni parola abbia un'enfasi che si leghi perfettamente alla musica. Le parole nascono da sole, spesso prese da opere letterarie, così durante la performance è come se sfogliassimo delle pagine di poesia.

Avete nominato la parola "poesia". Sappiamo che scrivete i vostri pezzi ispirandovi alla cultura tradizionale e folkloristica islandese. Qual'e' il rapporto tra la vostra musica e la tradizione letteraria nordica?
E' un concetto interessante: far tornare in vita la poesia antica trasportandola in un nuovo contesto. Spesso le poesie hanno significati difficili da comprendere e questo da alla nostra musica un senso di mistero.

Che scuola frequentavate per essere cosi interessati alla letteratura?
Eravamo al liceo, studiavamo biologia e lingue.

Come trascorrete il tempo libero in Islanda?
Creiamo musica al computer. Nel weekend usciamo con gli amici, la maggior parte del tempo studiamo perché frequentiamo l'Università. 

In Islanda i giovani emergenti devono pagare per poter suonare nei locali?
Noi suoniamo ovunque, spesso nei locali, e non abbiamo mai dovuto pagare. C’è molta libertà soprattutto per i giovani.  

Che artista ispira voi e la vostra musica?
Ascoltiamo molta musica classica e elettronica, non Rock o Metal. Anche se siamo andati di recente a un Festival Metal e ci siamo divertiti molto. Per i testi ci ispiriamo alla poesia classica islandese.

Come mai avete incluso l'Italia come tappa del vostro Tour?
Le date vengono scelte dalla nostra etichetta discografica che ci organizza i Tour e gestisce le nostre date. Però ci troviamo bene qui anche se non abbiamo mai molto tempo per visitare i posti in cui ci fermiamo a suonare. Per esempio stasera suoneremo qui a Milano ma domani mattina abbiamo già un aereo che ci aspetta.

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Qual'e' la vostra etichetta?
"One Little Indian", è un etichetta inglese e provvede a organizzarci i concerti e i Tour.  

State pensando a un nuovo album?
Si è quasi finito, anche se non abbiamo ancora deciso che nome dargli.

Dove sarà il vostro prossimo concerto?
Parigi, Londra e poi ritorneremo a Helsinki. Più avanti suoneremo anche a Manchester.


Il posto dove vorreste suonare più di tutti?
Vorremmo andare in America, magari a New York. Poi in Scandinavia, anche se lì sono più predisposti verso il Metal.

Nonostante il vostro paese sia poco popoloso potete vantare molte Band. Come nascono e da dove prendono tutta questa creatività?
Penso sia merito del clima. In inverno non c'e mai niente da fare. Ci conosciamo quasi tutti e vogliamo metterci in mostra. C'e un po' di competizione ma e' incoraggiante. Diventa una sfida interessante.

Quanti concerti avete fatto da quando avete iniziato?
Tanti, non tantissimi ma abbiamo perso il conto. Soprattutto in Islanda.

In Italia la situazione è più difficile, bisogna pagare per poter essere considerati e le Band emergenti non vengono prese in considerazione.Gli unici cantanti che vengono lanciati sono quelli che escono dai programmi come X-Factor. Cosa ne pensate?
In Islanda è facile far realizzare i propri album. Forse perché è un piccolo paese ed è più facile trovare i contatti. La vostra situazione è triste ma è molto  simile alla  Spagna. Da noi c'e molto spazio per la musica nelle scuole, ce la insegnano fin da piccoli.

In Islanda l'alcool è molto costoso. Com'è possibile mantenere uno stile di vita rock?
Sì è vero è veramente molto costoso ma noi siamo fortunati: le band hanno i free drink nei locali. 

Conoscete una band italiana o un cantante famoso?
Pavarotti ed Ennio Morricone.


Si conclude qui l'intervista ai Samaris. Prima di congedarci gli abbiamo regalato due tipici snack nostrani: un Tronky e un Kinder Bueno. Hanno apprezzato moltissimo questo nostro regalo, dicendo che da loro hanno prezzi proibitivi, e che torneranno in Islanda con un bel ricordo dell'Italia.

Ringraziamo Antonella dell'Ufficio Stampa della Ja.La Media Activities per la disponibilità

Alex & Lu



Leggi la recensione dell'album Samaris a cura di Alessandro Calini:
www.robadarocker.com/10/post/2013/11/samaris-recensione-dellalbum-samaris.html

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