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SOLIERIGANG: Festa della birra di Guastalla 2014

8/31/2014

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Siamo a Guastalla (RE) in questo 29 agosto 2014, quella che sta salendo sul palco di questa Festa della Birra, è una band di pirati che navigano da decenni nel tempestoso mare del rock. Il deus-ex-machina è il mitico Toro di Concordia, al secolo Maurizio Solieri, se ai più è noto come trentennale chitarrista storico di Vasco Rossi, il nostro è anche uno dei migliori chitarristi nazionali. 

Una florida e luccicante carriera solistica che ora si estrinseca nella Solierigang, un mega-gruppo dove troviamo un cantante d’eccezione come Lorenzo “Lollo” Campani (Clandestino, Club Destino, poi tv con The Voice e teatro come gobbo in Notre Dame de Paris). Poi abbiamo al basso Mattia “BeeGee” Bigi (Extrema e Biagio Antonacci),  Ivano “The big drummer” Zanotti ai rullanti (Frontiera, Bertè, Finardi, Brian Auger e tanti altri), Mimmo Camporeale (già Steve Rogers Band e Vasco Rossi). 

In aggiunta abbiamo la sorpresa di trovare sul palco l’amico Antonino “Nino Woody” Stella (già intervistato e recensito con i Miss Patty) ed una guest star a sorpresa, il bravissimo cantante Michele Luppi.  

Davanti ad un’arena gremita come poche volte capita, si inizia con una torrida versione di un pezzo dall’album solista Volume 1 di “Real” Solieri (trovate la su Robadarocker), Twistin’ your soul è una partenza alla grande, la sezione ritmica Bigi-Zanotti fa paura, la potenza espressa è un collante dove la chitarra di Maurizio lascia allucinati per la straripante bellezza e i fraseggi alle keyboards di Mimmo è grasso che cola. Si prosegue con il periodo vaschiano, Dimentichiamoci questa città lancia in orbita la straordinaria verve di Lollo Campani, brividi di dolcezza con la composizione di Maurizio, Dormi Dormi fa scattare accendini ed accendere smartphone, Lollo intona alla perfezione interpretando perfettamente il feeling caldo del brano. Si passa al primo brano dell’EP della band, la titletrack Non si muore mai lascia ampio spazio ai cori dei fans scatenati, una claque urlante si assiepa sotto al palco con i musicisti a deliziarli con l’andamento suadente di questa track. E’ tempo di rock, parte un medley di My Generation e Won’t get fooled again che fa tremare il quartiere, The big drummer Ivano è una macchina da guerra che assassina senza pietà le pelli, Mattia BeeGee è un martello che pianta note senza un attimo di tregua e capisci che per fermarlo dovrai sparargli. Ancora dal loro EP viene estratta la sulfurea Endless lover, le mani impazzite di Solieri incendiano il manico di mogano della Gibson abbattendo un torrente di riff selvaggi e primitivi sul prato antistante. Rientriamo nei territori blaschiani con Ogni volta, il rischio di scaricare i telefonini è ovviamente altissimo. Si prosegue ancora dall’EP con Segni, poi la classica inondante Rock’n roll show, e ancora si attinge dal catalogo Aerosmith con Livin’ on the edge, il duo Campani-Solieri non fa assolutamente rimpiangere i devastati toxic twins. Una vena di dolcezza con Ridere di te, cori e abbracci tra il pubblico si sprecano. 

Un salto nella Steve Rogers Band con la struggente Bambolina, e poi, vabbè, come farne a meno, la fluorescente sempiterna Alzati la gonna, la mega-hit della SRB non può, per fortuna, mancare. Dall’album di The Voice Lollo Campani, La mia metà, viene estratta Schegge impazzite, la calma è finita, parte di botto C’è chi dice no, l’arrangiamento della Solierigang è da frantumare ogni resistenza, la potenza della sezione ritmica è un boato che riempie, i fraseggi alle tastiere sono delizie, Lollo rende al massimo con una interpretazione che lascia semplicemente stupefatti per potenza e precisione, Solieri scende fra i fans adoranti al cospetto di 6 corde straripanti di licks senza tempo, quello che riesce ad estrarre dalla chitarra è poesia allo stato puro. Altra perfezione con Gli spari sopra, una esibizione di potenza e sound il cui unico difetto è che rischia di fare venire un infarto a Campani per la foga che mette nell’interpretazione, ma lui è unico ed indistruttibile. Chiudiamo il concerto con Lo Show. Il bis non si fa attendere, Sono ancora in coma è trascinante come sempre, poi i fondatori di tutti i rockers, gli Zep non mancano con l’immarcescibile Rock’n Roll in versione Solierigang. C’è ancora spazio per una bonus track a sorpresa, che vede salire sul palco l’eccezionale guest star Michele Luppi, la sua voce metallica e tagliente fa da sponda perfetta alla chitarra tagliente di Maurizio.            

           
Un concerto che ha confermato tutta la bravura di un gruppo di musicisti che malgrado gli anni passati in giro per i palchi ha ancora voglia di suonare e stupire come se fossero agli esordi. Gli arrangiamenti in versione Solierigang di molti pezzi già conosciuti dona colore rock anche a brani più tipicamente cantautorali, l’aggiunta di Stella aumenta il tasso musicale già elevatissimo, la line-up a 16 corde totali Solieri-Bigi-Stella ha prodotti torridi momenti di musica. Non dimentichiamo poi di un service che si avvale di fonici di altissimo livello. Parlato del versante musicale non possiamo non aggiungere come un grande artista come il nostro Solieri, si metta anche a disposizione con semplicità ed amicizia come pochi, di lui troverete a breve l’intervista. Ed altrettanto vale per gli altri “ragazzi” della  band, le risate fatte con Mattia, Ivano, Nino e la conversazione con Lollo, nel pre-concerto, restano momenti di estrema piacevolezza.

MAURIZIO DONINI

Band:
Maurizio Solieri – lead-guitar
Lorenzo “Lollo” Campani - Vocalist     
Mattia “BeeGee” Bigi – Basso
Ivano “The big drummer” Zanotti – batteria
Mimmo Camporeale – tastiere
Antonino “Nino” Stella – chitarra
Michele Luppi – singer-guest-star

Tracklist:
Twistin’ your soul
Dimentichiamoci questa città
Dormi dormi
Non si muore mai
My generation/Won’t get fooled again
Endless lover
Ogni volta
Segni
Rock’n roll show
Living on the edge
Ridere di te
Bambolina
Alzati la gonna
Schegge impazzite
C’è chi dice no
Gli spari sopra
Lo show
Bis:
Sono ancora in coma
Rock’n roll

http://www.mauriziosolieri.com/
http://www.solierigang.it/
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Avenged Sevenfold recensione di "WAKING THE FALLEN: RESURRECTED"

8/30/2014

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“I've come here to kill you, won't leave until you've died, murder born of vengeance, I closed my brother’s eyes tonight...”

(Chapter Four – Avenged Sevenfold)


Se c’è una band che ha saputo monopolizzare le classifiche statunitensi ad ogni sua uscita discografica, coniugando ad un look scanzonato e particolare una tecnica sopraffina ed uno stile musicale ricercato, questi  sono gli Avenged Sevenfold. 


Il combo di Huntington Beach, California, andato alla ribalta grazie al capitolo chiave di “City of Evil” (2005), ha collezionato successi dopo successi  con “Avenged Sevenfold” (2007), “Nightmare” (2010) ed il più recente “Hail to the King” (primo album senza The Rev, loro primo batterista, scomparso tragicamente nel Dicembre 2009). Ma quali sono le basi su cui si fonda tanta fama?

Facciamo un piccolo passo indietro nel  tempo ed andiamo nel 2003, anno di pubblicazione del loro secondo lavoro, “Waking the Fallen”, gemma del metalcore underground statunitense.  Le premesse di “Sounding the Seventh Trumpet” (loro primo CD, ndr) erano state consolidate ed addirittura migliorate: all’aggressività più selvaggia si alternavano melodie articolate, come in “Chapter Four” e “Second Heartbeat”, fino ad arrivare alle vette malinconiche di “I Won’t See You Tonight”. La commistione di tutti questi elementi servì da trampolino di lancio per i cinque, che oggi si ritrovano a suonare nei maggiori palazzetti ed arene di tutto il mondo (da ricordare il sold out al Forum di Assago del Novembre scorso); quindi perché non recuperare tutto ciò che di buono è stato fatto al fine di celebrare una fase così importante per la loro crescita?

E’ così che nasce “Waking the Fallen: Resurrected”, una raccolta che include il CD originale rimasterizzato, alcune demo,  versioni inedite delle canzoni (soprattutto registrazioni  live) e un DVD contenente live footages del  passato, insieme ad un mini documentario sui loro esordi.  Di sicuro l’offerta del pack è molto succulenta: la rimasterizzazione ho giovato di molto alle canzoni, che, già potenti di loro,  si esprimono in tutta la loro maestosità, senza alcun intoppo di natura acustica, e ricevono nuova linfa vitale in alcune loro versioni alternative; come non citare, ad esempio, la titletrack arricchita dall’intro, suonato al pianoforte, di “Beast and the Harlot”? 

O la versione “pompata” di “Second Heartbeat”? I live sono poi una chicca per gli appassionati e i nostalgici del primo periodo degli A7X: “Chapter Four” live, cantata in scream e filmata in modo egregio, insieme ad una versione alternativa del video ufficiale di “Unholy Confessions”, sono materiale che soddisferebbe anche i più golosi palati. La ciliegina sulla torta è, infine, il documentario, che ripercorre le varie fasi della registrazione e dell’uscita finale di “Waking the Fallen”.

“Waking the Fallen: Resurrected” si conferma, dunque, come un must-have per i fan nostalgici e per tutti coloro che si avvicinano adesso alla musica dei cinque californiani;  per tutti gli altri, invece,  un prodotto raccomandatissimo, capace di mandare il vostro cervello in palla, soprattutto se appassionati del metalcore “old school”.

Voto:  8.5/10


Manuel Donato


Artista: Avenged Sevenfold
Anno: 2014
Edito da: Hopeless Records

Tracklist: 

CD 1:

01. Waking The Fallen
02. Unholy Confessions
03. Chapter Four
04. Remenissions
05. Desecrate Through Reverence
06. Eternal Rest
07. Second Heartbeat
08. Radiant Eclipse
09. I Won’t See You Tonight Part 1
10. I Won’t See You Tonight Part 2
11. Clairvoyant Disease
12. And All Things Will End

CD 2:

01. Waking The Fallen: Resurrected
02. Second Heartbeat” (Versione alternativa)
03. Chapter Four
 (Demo)
04. Remenissions (Demo)
05. I Won’t See You Tonight Part 1 (Demo)
06. I Won’t See You Tonight Part 2 (Demo)
07. Intro/Chapter Four (Live In Ventura)
08. Desecrate Through Reverence (Live In Pomona)
09. Eternal Rest (Live In Pomona)
10. Unholy Confessions (Live In Ventura)
11. Second Heartbeat (Live In Ventura)
12. I Won’t See You Tonight Pt. 1 (Live In Ventura) 
13. I Won’t See You Tonight Pt. 2 (Live In Ventura) 

DVD:

01. Waking The Fallen: Resurrected Documentary
02. Chapter Four (Live video)
03. Unholy Confessions (Video ufficiale)
04. Unholy Confessions (Versione video alternativa)
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OCCHIOTERZO: recensione di  "MAESTRI DISTORTI"

8/27/2014

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OCCHIOTERZO – MAESTRI DISTORTI

Ci deve essere un errore. Registrazione e produzione ottime: nitide e rotonde. Suoni giusti e al posto giusto. Esecuzioni autorevoli, senza cedimenti, sbavature, magagne nascoste sotto al tappeto. 

Arrangiamenti brillanti e levigati al dettaglio, un meccanismo in moto continuo. Una tracklist perfettamente costruita e bilanciata, che tiene, ed anzi cresce con gli ascolti. Insomma, con “Maestri distorti”, Giampiero De Leonardis, Antonello Nitti e Francesco Maria Antonicelli hanno messo su un album che suona da dio e corre alla grande dall’inizio alla fine. 

E che, soprattutto, irradia copiosa una loro precisa identità. Esattamente ciò che non riesce al 90 per cento circa delle band italiane emergenti (aka sconosciute e destinate a morire tali). E allora perché gli Occhioterzo sembrano attualmente essere condannati a questo stesso girone infernale?

Il poderoso trittico iniziale detta le regole: “Leucocity”, “Narciso” e “Mangiando Eva” sono alternative rock anni Zero, impennate hardcore che convivono con linee melodiche fieramente catchy. Chiamato in causa il “made in Italy” di brand come Ministri, Teatro degli orrori, Fratelli Calafuria. Ognuno per aspetti diversi, ma tutti prevalentemente per le loro prime cose, quelle più fresche ed irruente. “Barabba” e “La rivoluzione delle scimmie parlanti” allargano lo spettro: chiamatelo stoner o blues, ma grosso come un hangar. Ma è con “Novembre” che si decide la mano, perché gli Occhioterzo rischiano tutto il credito accumulato sino a qui con l’all in della ballad. Se non funziona, a casa e avanti il prossimo. Se funziona anche questa, è fatta. E funziona. Grazie ad un crescendo emotivo perfettamente orchestrato e che porta su fino ad un paesaggio mozzafiato. Da qui è tutta in discesa. Con “Babilonia” viene da citare una band cui è difficile dichiararsi estranei facendo alternative rock in Italia: i Verdena. Quelli delle loro prime cose, più fresche ed irruente? No, più quelli del “Suicidio del samurai” e di “Requiem”. 

Con “Catarsi addosso” (titolo e pun da cartellino arancio) tocca invece evocare una presenza che aleggiava in qualche modo già nelle precedenti track: i corregionali Negramaro. Ammesso che ciò costituisca un reato – e non è questa la sede per ragionarci su -, diciamo che comunque suona più come se Sangiorgi dieci anni fa avesse incontrato sulla propria strada Rick Rubin invece di Caterina Caselli. “In rebus” è l’ultima sfuriata, la maestosa e decadente “L’impero” conferma lo swag degli Occhioterzo anche a giri più bassi e con atmosfere più rarefatte. La conclusiva “Meglio quando smetti” è l’encore a luci ormai accese, un esercizio ben confezionato con lunghe ed avvolgenti divagazioni tra funk, lounge e progressive.

Non sono nemmeno i testi a tradire i tre di Castellana Grotte: indugiano forse un po’ troppo su un certo consunto immaginario tardo-ginnasiale, ma nel complesso non filano male. 

Esiste insomma praticamente solo questo disco. Che è una bomba. E che lascia la sensazione che meriterebbero il loro piccolo posto al sole, la chance di una stagione per provare a giocarsela nello stesso campionato di quelli seri. Di certo le loro doti non meritano di consumarsi e restare misconosciute tra scalcagnati campetti di provincia, compagni che non ne seguono le giocate e tribune deserte: ecco dove sarebbe l’errore.

Federico Ughi


Occhioterzo - Maestri distorti disponibile su Itunes:
itunes.apple.com/it/album/maestri-distorti/id694600240

Etichetta:  One More Lab
www.onemorelab.it
www.facebook.com/OneMoreLab
www.twitter.com/OneMoreLab
www.youtube.com/OneMoreLab



Occhioterzo:
Giampiero De Leonardis
Antonello Nitti
Francesco Maria Antonicelli

Contatti Band
www.facebook.com/occhioterzo.band/timeline
itunes.apple.com/it/album/maestri-distorti/id694600240

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